E’ morto Licio Gelli. Qualcuno aggiunge “finalmente!”. Altri invece si rammaricano, pensando alle tonnellate di misteri e segreti che la morte del massone fascista porta con se. Fino alla fine è stato un uomo potente, molto più potente di quanto si pensi, con le mille conoscenze, le amicizie ai più alti livelli, le connivenze, i favori, i do ut des, le millanterie e le omertà garantite da umili servitori di poteri internazionali. Immischiato negli affari più torbidi e viscidi degli anni di piombo, indagato, condannato per depistaggi, insabbiamenti su tragedie come quella di Bologna, non ha mai rinnegato le sue origini fasciste (è stato repubblichino di Salò) tranne nel dopoguerra, quando, per non essere trucidato o condannato, si è fatto passare come partigiano. Grazie alla massoneria è riuscito a piazzare “fratelli” in giornali, partiti, amministrazioni, corpi di polizia, esercito, servizi segreti, sindacati, consigli di amministrazione, capitani d’industria. Tra gli illustri iscritti alla loggia “Propaganda 2”, cioè P2, ci sono stati Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo, Roberto Gervaso, Duilio Poggiolini (famigerato all’epoca di Mani Pulite), Fabrizio Cicchitto (Forza Italia), Vittorio Emanuele di Savoia, Michele Sindona e Roberto Calvi (entrambi morti in circostanze mai chiarite e legati al crack del Banco Ambrosiano), Artemio Franchi e Claudio Villa…insiame a molti altri personaggi potentissimi e influenti ma meno famosi. Fu amico anche dell’agente segreto “Betulla” cioè Renato Farina che scrive sulle pagine de “Il Giornale” e di Flavio Carboni, faccendiere vicino alla mafia, all’eversione nera e allo Ior che vendette Villa Certosa a Berlusconi. Insomma Licio Gelli si costruì una fitta rete di amicizie (e ricatti) che riuscivano a garantirgli accesso ad ogni livello del potere; ha voluto un funerale in chiesa, quindi credeva in un mondo ultraterreno, ma dubito che le sue amicizie fossero così altolocate da garantirgli un posto in paradiso…almeno lo spero!