
Guardando un bel mobile d’epoca se ne può apprezzare l’intaglio, le tarsie, le cesellature, il colore e perfino la compattezza del legno non sapendo che sotto la superficie, di nascosto, ci sono migliaia di tarli intenti a mangiare il mobile da dentro, ad indebolirlo, a corromperlo. Ecco, più o meno è quello che è successo al PD, partito che poteva vantare il suo (quasi) limpido passato comunista e che adesso annovera tra le sue fila gente come De Luca, Orfini e lo stesso Renzi che di sinistro hanno solo il passato da paludati coccodrilli democristiani. Il partito riesce ancora ad attrarre molte preferenze di tanti vecchi compagni, abbagliati dalla luce che splendeva nel passato, si ammanta bellamente ancora della nomea di partito di sinistra, benché Renzi preferisca di gran lunga la compagnia di Marchionne, Elkann, Squinzi e Briatore che di un operaio o impiegato qualsiasi. Finalmente i “confindustriali”, i padroncini, i capetti, i “caporali”, possono riconoscersi nel decisionismo fascistoide di Renzi, colui che da anni propina la volontà “del fare” purchessia, come se non fosse necessario mai come adesso il fare bene!
Il capolavoro di questa “accozzaglia” fatta da brandelli di Mastella, Verdini, Alfano, Renzi, Casini, Napolitano, Boschi, Lupi, Veltroni, Violante, Finocchiaro, Realacci, Pinotti, Poletti e altri di cui per fortuna ho dimenticato il nome, è stato voler mettere le mani sulla Costituzione, perché vecchia, ormai superata, desueta, rigida…è come dare in affidamento la verginità della figlia nelle mani di un magnaccia, i risparmi nelle mani di un ladro, un arsenale nella mani di un piromane; ma l’Italia è un Paese magnifico anche per le sue terrificanti contraddizioni!
Un Presidente del Consiglio che in 70 giorni ha presenziato a 62 comizi a favore del SI al referendum del 4 dicembre prossimo, può ben spiegare come faranno i sindaci eletti nel nuovo Senato da lui ideato a presenziare a Palazzo Madama e in comune allo stesso tempo, specialmente conoscendo le qualità eccelse della nostra classe politica. In un Paese come il nostro, ormai tenuto in vita solo per pascere banche, UE ed interessi di pochissimi ed in cui il Parlamento viene ogni giorno esautorato da decreti legge, decreti legislativi e parlamento europeo, ci sarebbe bisogno casomai di allargare la rappresentanza allargando il Senato (ovviamente dimezzando al contempo gli emolumenti dei parlamentari). L’abbattimento dei costi è solo uno specchietto per le allodole: sarebbe bastato tagliare i redditi dei parlamentari (senatori e deputati) e tutto sarebbe stato risolto…MA ovviamente tra cani non ci si morde!
Altro pretesto usato per convincere la gente a votare SI è l’abbattimento dei tempi legislativi: le leggi s’arenano per mesi e anni tra le due camere e non vengono approvate…MA la legge Cirami, che garantiva impunità alle alte cariche statali, fu votata in appena 3 settimane! Ovviamente le leggi che toccano direttamente i beneficiari stessi delle leggi vengono approvate subito! Quindi il problema non è certo il bicameralismo perfetto.
In ultima analisi si tenga conto di quanto ha fatto di “sinistra” questo governo finora: la legge sul Jobs Act (ovviamente le inculate vengono propinate in inglese!) ha reso precari tutti i dipendenti visto che nemmeno un giudice può imporre la riassunzione di un licenziato…davvero una legge di sinistra, chissà come piangeranno i padroni!
Ultima chance, se ancora non siete convinti di votare NO…pensate a chi scrisse la Costituzione (Piero Calamandrei, Emilio Paolo Taviani, Giuseppe Di Vittorio, Nilde Iotti, Emilio Lussu, Achille Grandi, Ivanoe Bonomi, Benedetto Croce, Alcide De Gasperi, Luigi Einaudi, Ugo La Malfa, Giorgio La Pira, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Giuseppe Saragat, Ignazio Silone eccetera) e a chi invece la vorrebbe cambiare adesso: l’abisso è incommensurabile.
Detto questo è possibile, probabile, forse necessario cambiare la Costituzione, però non tradendo la natura parlamentare della nostra democrazia a favore di un governo oligocratico e accentratore.