HANDICAPPATO COME CARICATURA DI ESSERI UMANI

HANDICAPPATO, ecco la parola sugli scudi mediatici dell’italica indignazione che ha sostituito il “frocio e finocchio” urlato da un allenatore all’altro su un campo di calcio. Questo fenomeno di attenzione indignata ricorda uno spot con Nino Manfredi che elencava tutti i disastri ecologici di Roma e terminava col più grande attore di sempre, almeno per chi scrive, che vuotava il posacenere dell’auto per terra per poi allontanarsi sgommando. Ecco, il senso intrinseco dell’indignazione è il medesimo. Avendo la fortuna di ascoltare tanta gente, la più varia, nelle mie giornate, mi capita spesso, ad esempio, di sentire la parola “mongoloide” usata per offendere e suscitare ilarità, così come “cerebroleso” o altre tragedie usate da normodotati a livello fisico che, dall’alto della loro “normalità”, scherzano utilizzando tragedie.Sia il contesto in cui è stato usato il termine “handicappato”, il “family day” Emoticon smile, sia chi lo ha utilizzato, maurizio gasparri Emoticon smile, sono degna cornice e degno amplificatore dello squallore evocato. Tanta gente accorsa a dire NO ad una legge che, tiepidamente, riconosce e vuole tutelare una forma d’amore: follia allo stato puro, follia che denuncia una ben determinata strutturazione del proprio pensiero, strutturazione che, identificando gli handicappati come caricature di esseri umani, induce ad usare il lemma “handicappato” come offesa che genera ilarità. A me maurizio gasparri non suscita rispetto né come politico, né come tifoso (essendo lui giallorozzo), però lo rispetto come essere umano, mi arrabbio sinceramente quando Vauro lo ridicolizza nelle vignette accentuando il suo strabismo, così come mi arrabbio quando, per attaccare brunetta, lo chiamano nano. Che questa vicenda abbia almeno un esito positivo: per favore quando volete offendere qualcuno o semplicemente ridere di qualcuno non utilizzate le difficoltà o le tragedie altrui, siate più creativi. A chiosa un’immagine che parla, questa sì, alla mente e allo spirito.

BERNARDO FALLANI