Paul Buckmaster. L’uomo che consigliò Bach a Miles Davis

Si è spento a Los Angeles il compositore e arrangiatore di Elton John e David Bowie.

 

Paul Buckmaster durante le registrazioni dell’album No Sweat, sesto lavoro in studio della band americana rock psichedelica Blood Sweat and Tears si era guadagnato lo scherzoso pseudonimo di Backmaster, che potrebbe essere tradotto con “il maestro dietro le quinte”.  Mai nomignolo fu più adeguato, perché  l’arte e l’intelligenza di questo violoncellista e compositore britannico prestato alla musica leggera sono state il motore nascosto di molte produzioni leggendarie della storia del rock. Tutto ha inizio a new york dove fresco di studi di conservatorio, Paul Buckmaster incontra Miles Davis. E a Miles il giovane inglese sta simpatico: è piacevole jammare e chiacchierare con questo ragazzetto bianco che di musica ne sa un bel po’. Tanto che l’inarrivabile, irascibile trombettista nero accetta da lui anche consigli tecnici e di stile. “Perché non ascolti Bach?” Osa dire il giovane Paul a Miles Davis “Penso che ne avresti bisogno.”. E Miles, incredibilmente, non risponde con una testata e  lo ringrazia della dritta. La collaborazione trai due sfocerà nell’album On the Corner, dove Paul Buckmaster realizzerà gli arrangiamenti e suonerà il violoncello elettrico. A quell’epoca Buckmaster ha già iniziato la collaborazione con David Bowie: è suo il violoncello che risuona sotto la voce del Duca Bianco in Space Oddity. E suoi sono anche gli arrangiamenti di alcuni dischi tra i più belli di Elton John come Tumbleweed Connection del 1970 e Madman Across the Water del 1971.

Nel 1975 sempre con Bowie scrive un abbozzo della colonna sonora de L’uomo che Cadde sulla Terra, ma il regista del film Nicholas Roeg non ritiene quella versione adeguata e la scarta. Ma a proposito di musiche  per il cinema, il rifiuto di Roeg è solo il banco di prova per Paul Buckmaster che continuerà a produrre colonne sonore tra le quali quella del film L’esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam, esattamente vent’anni dopo.

Molti gli artisti che hanno beneficiato dell’ingegno dell’artista-artigiano londinese: da Leonard Cohen ai Rolling Stones, dai Grateful Dead a Harry Nilsson, dagli Ash a Mika, fino agli artisti nostrani con i quali Buckmaster ha intrecciato singolari collaborazioni in qualità di autore e direttore degli arrangiamenti orchestrali e pianistici come in Questione di Feeling di Mina e in Passione, una cover di Murolo realizzata da Teresa De Sio.

In definitiva oggi perdiamo un grande musicista, un uomo appassionato che ha saputo far bella e colta anche la musica più main stream, un approccio artigianale e raffinato che mancherà a questa nostra era fatta di produzioni stereotipate e frettolose. A dimostrazione di questo ci sentiamo di consigliarvi di riascoltare un brano pop rock arrangiato da Paul Buckmaster: un brano dei Train, Drop of Jupiter, per il quale il Nostro vinse un Grammy Award. Se non avete la puzza sotto il naso e apprezzate l’onestà di una bella canzone, magari gradirete.

David Della Scala