
Sergio Della Monica, fondatore dei Planet Funk si è spento la scorsa domenica. Messaggi di cordoglio dal mondo della musica indipendente e non.
Eravamo agli inizi degli anni zero e la musica se la passava ancora bene. A quel tempo sembrava che la scena indipendente avesse preso il posto che le spettava nelle classifiche musicali. Alla radio o sulle televisioni musicali insieme agli artisti mainstream e alle boyband venivano programmati brani dalle sonorità alternative che avevano il profumo dei garage attrezzati a sala prove o del cemento delle dance hall nei locali underground. E inaspettatamente anche noi in italia facevamo la nostra parte. Band come i Subsonica o gli Afterhours, che al tempo ancora sapevano di fresco, si imponevano nella scena nazionale, si ascoltava musica, si andava ai concerti e a ballare nei club, senza avere troppe allergie per generi e ambienti. In questo contesto sono arrivati i Planet Funk, nati dalla fusione dei Souled out, nei quali militava Sergio Della Monica e i Kamasutra di Alex Neri. Sergio della Monica era un vecchio leone della dance e del pop elettronico: i Souled Out avevano già ottenuto un grande successo col loro disco registrato negli anni novanta dalla Sony Records, ma col nuovo progetto Planet Funk Della Monica e soci crearono un prodotto potentissimo. I brani realizzati in studio con grande maestria, venivano diffusi nei dj set o suonati davanti ad un pubblico in veste di live band e ogni volta i Planet Funk affidavano i singoli estratti dagli album alla voce di cantanti incisivi o alle collaborazioni con artisti prestigiosi. E’ il caso di Who Said, del 2002 con alla voce Dan Black dei Servant o One Step Closer dove i Planet Funk lavorarono con i Simple Mind.
Sergio Della Monica, anima partenopea dei Planet Funk, spiegava così il successo del gruppo: «Noi semplicemente teniamo insieme le cose che amiamo. Rock e dance sono le culture musicali con cui siamo cresciuti, sono la nostra lingua».
Semplice e chiaro, Sergio Della Monica. Tra tanti mestieranti, uno che invece aveva mestiere. Ci mancherà.
David Della Scala