
Dal 22 al 24 marzo al Teatro Di Rifredi.
Si può far tornare giovane il proprio corpo anche solo per un attimo? Magari anche solo pochi centimetri di pelle, diciamo solo la pelle… del dito mignolo? E si può far innamorare di quel dito addirittura un re? Be’, se il re è spregiudicato e lascivo come il re di Roccaforte e il mignolo è quello di due sorelle centenarie e disposte a tutto pur di trascorrere una notte dì amore come neanche in gioventù hanno trascorso, certo che si può…
Può accadere nello spettacolo di Emma Dante “La Scortecata”, che ha debuttato allo scorso Festival di Spoleto, prodotto dal Teatro Biondo di Palermo con la compagnia Sud Costa Occidentale e che da ieri sera è in scena al Teatro di Rifredi. Un’ora, un’ora soltanto dove nel ruolo di due decrepite sorelle ci sono invece due maschioni sudaticci, i bravissimi Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola. Saltimbanchi dai corpi plastici capaci di rievocare come se stessimo a guardarli in un teatro di strada barocco, tutti i personaggi coinvolti in questa fiaba nera tratta da “Lo cunto delli cunti” di Giambattista Basile. Pochi e fondamentali gli attori, pochi e fondamentali gli elementi scenici ma molte, e nessuna fuori posto, le parole di questo testo che tra un’iperbole e un’oscenità riesce a sfiorare la perfetta poesia. Ci si incanta a vedere e soprattutto a sentire i due attori che non si risparmiano di unire alla commedia dell’arte i trucchi dell’avanspettacolo e che senza vergogna passano dalla declamazione poetica dialettale settecentesca al trasformismo en travesti (apparirà durante lo spettacolo addirittura una meravigliosa Rita Hayworth, coronazione del sogno di bellezza e seduzione delle due sorelle).
Tutto questo fino al finale che sarà macabro come nella novella originale, certamente inedito per la sua dinamica, ma in ogni caso tristemente inevitabile come quello che Giambattista Basile scrisse 400 anni fa:
la vanità è un sentiero vuoto, ma chi lo intraprende sa che dovrà arrivare fino in fondo, costi quel che costi.
David Della Scala