Se la tua vita è al capolinea, prendi il tram.

Da oggi fino al 4 Agosto: Walking Thérapie.

 

La vita è come una vecchia scatola dove collezioniamo ricordi tristi. Questo nostro pianeta sempre più piccolo è una giungla popolata da belve feroci, un ambiente spietato in cui sappiamo farci solo del male, calpestandoci a vicenda mentre marciamo tutti alla volta della meta finale: la morte.  Ecco, vi sentite depressi abbastanza adesso? Splendido, ottima notizia: vuol dire che siete pronti per la terapia!

Anzi, siete già in cammino: perché accettare l’infelicità è il primo passo verso la cura. Parola di Luca, ex paziente della Walking Thérapie, promosso al ruolo di coach nella strampalata camminata terapeutica che dal teatro di Rifredi condurrà sempre nuovi pazienti prima in un viaggio in tramvia e poi in un’esplorazione notturna del centro di Scandicci che tra le insegne dei suoi negozi chiusi e i parchi giochi per bambini diverrà il luogo ideale per le improbabili metafore esistenziali dei due attori- terapisti: Luca Avagliano e il suo ammaliante quanto cialtronesco maestro di vita e di cura, Gregory…ovvero Gregory Eve.

Ieri sera il sottoscritto articolista ha avuto occasione di assistere alla prima della performance e, devo dirlo, si è divertito un bel po’.  La tentazione di raccontarvi per filo e per segno quello che è successo è molta. Ma se da un lato non vi rovinerebbe il gusto di assistere ad uno spettacolo di improvvisazione che sarà diverso ogni sera, è anche vero che non riuscirei a rendere giustizia al senso di complicità che la Walking Thérapie regala ad ogni gruppo di spettatori che ne prende parte.

Sono un bel paraculo, vero? Ok, mettiamola così: arrivati al Teatro di Rifredi, verrete dotati di uno sgabello portatile e di un paio di cuffie wireless grazie alle quali potrete sentire la voce dei due attori bisbigliarvi nelle orecchie. Fatta conoscenza con loro, vi alzerete e verrete condotti, tra un esercizio di respirazione e un mantra da opuscolo new age alla fermata della tramvia di piazza Dalmazia, in attesa del tram che vi porterà a Scandicci. Ora, provate ad immaginare una cinquantina di persone con le cuffie in testa, al seguito di due matti che grazie ad un microfono portatile commentano tutto quello che succede intorno: dalla signora che si affaccia alla finestra, al passante che osserva sbigottito quel piccolo esercito di persone cuffiate che istigate dai due santoni, si produce in inspiegabili ondulazioni di braccia sotto la banchina della fermata. Ed è qui che cominciamo a capire il meccanismo: il vero spettacolo non è nell’interazione tra i due attori e il gruppo di persone che li ascolta in cuffia, ma è attorno a tutti noi. Il vero spettacolo sono le persone ignare della performance e la loro reazione nel vederci ridere e fare cose strane. E quando saliamo tutti in tramvia, il gioco si fa duro…e molto interessante.

Sui vagoni della tramvia, il gruppo terapeutico canta in coro, Gregory e Luca ci bisbigliano nelle cuffie commenti su chi sale a bordo fermata dopo fermata e alla fine qualche passeggero cede alla curiosità e trova il coraggio di chiedere: “Ma che cazzo state facendo?” . E quel passeggero diventa parte dello spettacolo. Gli viene spiegato che è un percorso terapeutico, una cura contro l’infelicità e la solitudine urbana e così… avviene un miracolo: le parole ironiche dei due attori cominciano a suscitare emozioni vere in quella persona che sprovvista di cuffie vuole dire la sua in proposito. Avviene in tramvia, dove un ragazzo inizia a parlare dell’incomunicabilità, proteggendosi con un po’ di retorica, ma con il coraggio di mostrarsi una persona di cuore. E di nuovo avviene a Scandicci, dove Gregory costringe il povero Luca all’ennesimo improbabile esercizio di approccio sociale e lo intima di interrogare un passante sul senso della felicità: “Dipende da ciò che uno intende per felicità…” risponde il passante a braccetto con la moglie. E questa risposta fa scattare un sincero applauso da tutti noi che ascoltiamo in cuffia.

Ah, scusate. Queste sono tutte cose che voi non vedrete, quando assisterete ad una serata di Walking Thérapie: ne vedrete altre,  e già vi invidio. Perché questa è una performance che mette in scena la gente, che sarà pure cattiva, sarà pure stronza, ma rimane comunque magnifica.

Ma non solo, se vi affrettate a prenotare il vostro posto in uno dei gruppi terapeutici che da qui al 4 di Agosto parteciperanno alla Walking Thérapie, vedrete anche la bravura di due attori: Luca Avagliano e Gregory Eve, che forti dell’esperienza dell’improvvisazione teatrale stanno gettando le basi per una coppia comico drammatica che ci farebbe piacere rivedere anche in altri contesti. Avagliano con la sua profonda empatia e la sua ricerca del carattere e Eve con la sua spietata ma al contempo garbata impostazione dei tempi, non sono semplicemente degli animatori o dei provocatori, ma un duo attoriale che sa appoggiarsi sull’ intelaiatura che gli autori Nicolas Buysse, Fabrice  Murgia e Fabio Zanoni hanno forgiato con questo testo, tradotto e adattato in italiano da Angelo Savelli. Un’intelaiatura  leggera abbastanza da renderli liberi di improvvisare ma al contempo ben solida, tanto da reggere a qualsiasi imprevisto per trasformarlo, grazie all’intelligenza dei due attori, in uno spunto che possa arricchire la trama dello spettacolo.

 

David Della Scala