Uno spettacolo per due atlete, una corsa per due attrici

Fiona May debutta a teatro

Commovente, ben diretta. Fiona May e Luisa Cattaneo corrono una splendida Maratona di New York

Di David Della Scala

 

In un tardo pomeriggio invernale due amiche parcheggiano la macchina, si mettono le scarpe da ginnastica e iniziano a correre.  E’ una serata come tante altre, forse un po’ più fredda, un po’ più nebbiosa ma che come al solito giunge al termine di un giorno riempito con gli stessi gesti, le stesse parole, le stesse ansie. Come al solito un giorno finisce… ed Elena e Martina corrono insieme.

Sono due donne diverse, Elena e Martina. Una sembra fatta d’acciaio, statuaria e indomita, l’altra è minuta, vulnerabile ma al contempo dotata di un naturale scetticismo verso ogni visione dogmatica e assolutistica che l’amica vorrebbe farle accettare.  Sono angolo e curva, inflessibilità e malleabilità ma bruciano tempo e asfalto fianco a fianco, entrambe proiettate verso un sogno, un obbiettivo…o un miraggio. La prossima maratona di New York.

Ora, Maratona di New York di Edoardo Erba è un classico del teatro contemporaneo. Dopo il  suo debutto nel 1993, dove Luca Zingaretti e Bruno Armando interpretavano il ruolo dei due corridori (due uomini nella versione originale), il testo è stato rappresentato in tutto il mondo in molteplici allestimenti e ogni volta che è stato messo in scena tutti, dai registi ai critici, ai vari articolisti (me compreso, ci mancherebbe) hanno sempre stuzzicato il sadismo del pubblico con lo stesso argomento: in Maratona di New York ci sono due poveri attori che devono correre e recitare per un’ora… venite a vedere se ce la fanno, siore e siori.

E va bene, è vero:  Maratona di New York è certamente anche questo, una prova di fiato, di resistenza. Ma sopra ogni altra cosa è una sfida col tempo e col ritmo. Il tempo di una singola ora scandito dal ritmo dei passi sulle tavole del palcoscenico: c’è soltanto un’ora a disposizione per rendere veri due personaggi, palpabili i loro due corpi e come se non bastasse, poco prima che l’ora scada…rovesciare tutto.

Con padronanza del tempo e del ritmo la regia di Andrea Bruno Savelli sa mantenere i sessanta minuti della sua Maratona Di New York in armonica tensione, restituendo tutto il delicato chiaroscuro della poesia del testo, qui in un’edizione speciale dello stesso Erba.     E oltre che a declinare lo spettacolo al femminile, la scelta di affiancare l’atleta Fiona May all’attrice Luisa Cattaneo si rivela non una mera trovata per suggestionare il pubblico,  ma una risorsa dalla quale far scaturire un interplay non banale, inedito. Correndo sul palco l’una a fianco all’altra, la May trova un suo calore espressivo e  Luisa Cattaneo  bagna col sudore il volto della sua Martina.

E nella  loro duplice meravigliosa fatica appare la formula, la severa alchimia di Maratona di New York: bisogna essere atlete per interpretare questo spettacolo, bisogna essere attrici per correre la sua corsa.